Mio figlio è a rischio di essere abusato in rete?

Ieri ho partecipato a un convegno in veste di relatore. Mi era stato richiesto di tracciare un profilo criminologico e psicopatologico degli on line sexual offender. Detto in modo più piano, si trattava di raccontare qualcosa in merito agli adescatori di minori che operano per fini sessuali sulla rete. Terminata la relazione mi si è domandato, rivoltando il guanto, di fornire un profilo, se mai fosse possibile, dei minori a rischio di essere coinvolti in abusi e ricatti sessuali on line. Vi lascio questa traccia della risposta che ho articolato, perché credo possa essere utile a tutti quegli adulti coinvolti nell’educazione e nella tutela di un adolescente.

Devo dire che la domanda era davvero pertinente perché esiste una letteratura scientifica che ha evidenziato alcune caratteristiche comuni o particolari che rendono certi adolescenti piú vulnerabili alle lusinghe dell’adescatore on line. Intanto la maggior parte delle vittime sono adolescenti o pre-adolescenti, più spesso di sesso femminile. Inoltre i ragazzi più esposti sono quelli che tendono a fornire molte informazioni personali via Internet, attraverso i social network, la messaggistica istantanea e i programmi che prevedono la condivisione di file. Janis Wolak, una ricercatrice della New Hampshire University, ha suddiviso la popolazione di adolescenti a rischio in quattro categorie: per primo abbiamo quegli adolescenti che vivono all’interno di contesti intrafamiliari altamente conflittuali, dove con maggiore probabilità si riduce l’attenzione e il monitoraggio dell’adulto verso le occupazioni dell’adolescente. Una seconda categoria di adolescenti a rischio è composta da quei ragazzi che subiscono una condizione di solitudine, vivono abbastanza isolati, hanno relazioni «scadenti» con i genitori o sono esclusi dal gruppo dei pari. Questi soggetti tenderebbero a cercare amicizie su Internet per sentirsi meno soli, aumentando così il rischio di imbattersi in predatori sessuali ben preparati ad approfittare del loro stato di fragilità emotiva. Abbiamo poi ragazzi omosessuali o ragazzi incerti rispetto al loro orientamento sessuale. Questi sono soggetti più a rischio di adescamento e manipolazione da parte di adulti perché pensano di poter utilizzare Internet per confrontarsi con persone più mature rispetto ai loro dubbi in materia di sesso e orientamento sessuale. In questa evenienza l’adescatore è pronto ad approfittare della situazione e a proporre di incontrarsi nella vita reale per avere dei contatti sessuali, al fine di «aiutarli «a comprendere se siano o meno attratti dalle persone dello stesso sesso. Per ultimo abbiamo quegli adolescenti che a ragione possono essere indicati come vittime compiacenti. Più frequentemente si tratta di ragazze che, in barba all’articolo 609 quater del codice penale (c.p.), atti sessuali con minore, secondo cui è reato avere rapporti sessuali con soggetti minori di 14 anni (16, in determinate situazioni) anche se questi sono compiacenti, si dichiarano invece compiacenti a instaurare legami emotivi e a fare sesso con adulti. Insomma non hanno remore ad accendere la miccia postando foto provocanti e utilizzando nickname che rimandano a esplicite pratiche sessuali con lo stesso effetto che ha il miele per le mosche.

Ecco, quindi, i profili degli adolescenti più a rischio di essere, loro malgrado o per scellerato gusto della sfida, coinvolti in abusi e ritorsioni sessuali on line. Guardare alla loro vulnerabilità e aver ben chiaro che il mondo entra nella stanza di nostro figlio attraverso la rete, sono due ineludibili movimenti per iniziare a proteggerlo.

CR