Galletto bollito con contorno di colpa

Questa mattina davanti al mio studio c’era un manifesto. Molto colorato. Lo sguardo è caduto subito lì: «Non è un petto di pollo. È una vita che vuole vivere. Passa a un’alimentazione 100% vegetale». Il manifesto è efficace nell’attrarre e così il mio sguardo risucchiato dal galletto mezzo bollito e mezzo vivo prende a declinarsi in qualche pensiero di cui vi faccio parte.

L’emozione guida è un sentimento di vaga colpa. E anche io, devo dirlo, ho assaporato qualche galletto. Il manifesto mira a suscitare colpa e condanna implicitamente come assassino chi continua a nutrirsi non secondo un’alimentazione vegetale ma semplicemente seguendo il proprio piacere o una tradizione alimentare. Ho imparato che produrre colpa è tattica di chi è in malafede, di chi, scarseggiando di solide ragioni, persuade l’interlocutore con una retorica tesa a suscitare la colpa e a indicare la via d’uscita – che nello specifico del manifesto è il rimando al sito web indicato in fondo. Se quindi gli animalisti cercano di convertire i carnivori  suscitandone la colpa, si può supporre che non abbiano solide ragioni. Io credo piuttosto che queste ragioni si fondino su assunti che, se ben compresi dai cattivi carnivori, ne annacquerebbero prontamente la colpa.

Rivoltiamo il calzino dell’animalismo per osservarne l’ideologia sottesa. L’animalismo alla sua base non rivendica soltanto un trattamento dignitoso, pietoso e amorevole per gli animali – e fin qui non faticheremmo a essere d’accordo – ma ha la pretesa di attribuire a questi una dignità pari a quella dell’uomo.  È implicito nella dottrina animalista l’inesistenza di una gerarchia morale e/o spirituale tra l’uomo e gli altri esseri viventi, e che la concezione di una centralità del primo sulla Terra sia figlia di una storica propensione imperialista tutta di marca occidentale. L’animalismo, insomma, aspira ad elevare lo status degli animali attraverso una loro pseudoumanizzazione. Movimento di pensiero a cui di converso corrisponde l’animalizzazione degli esseri umani, considerati in epoca di secolarizzazione non più creature sacre a immagine e somiglianza di Dio, eredi e continuatori di un patrimonio di civiltà, ma puri agglomerati di istinti, pulsioni e desideri. Qui l’inquietante pulsione antiumana dell’ideologia animalista. Ecco cosa c’è dietro il galletto mezzo bollito e mezzo vivo del manifesto che tanto mi ha infastidito. Ecco perché questa sera mangerò il galletto, ma senza contorno di colpa.

CR