Gender equality e il sapere perduto dell’uomo

Riporto quanto appena letto. Luca Argentero scatena la bufera: «La parità tra i sessi rovina il romanticismo». Fan furiosi su Twitter. In un’intervista al settimanale Oggi l’attore piemontese ha parlato del suo rapporto con la fidanzata Cristina Marino, ma alcune sue affermazioni avrebbero fatto infuriare i fan tanto che l’hashtag #LucaArgentero è schizzato al primo posto su Twitter. Ma andiamo con ordine.

Ecco le parole di Argentero: «La mia fidanzata è molto poco femminista. Mi spiego meglio: è un’imprenditrice, super impegnata nel suo lavoro, ma al tempo stesso le piace occuparsi della casa e ricevere le attenzioni che sono dovute a una donna, farsi coccolare. L’ossessione per la gender equality ha rovinato il romanticismo e ha inibito l’uomo che deve avere a che fare con donne sempre più forti, affermate. Voglio dire, ti trovi davanti una che ci prova». Sostenendo che a volte «è comodo» essere sedotti, Argentero preferirebbe «continuare a essere l’uomo della coppia, il maschio… Portarti un fiore, invitarti a cena… Non mi va di scontrarmi con una che si offende se le apro la portiera della macchina o le verso l’acqua a tavola».

E su Twitter è scoppiata la bagarre. Tra i commenti al vetriolo: «Quindi per Argentero noi che vogliamo la parità dei diritti siamo delle povere str****». Tanti anche i meme di dileggio. Poco dopo è stato proprio l’attore a cercare di riportare la calma con un tweet: «Twitter: l’arte di vedere del marcio anche dove non c’è… #twitter #calmaaaaaaaaaaa». E intanto l’hashtag #Luca Argentero vola.

Non sono solito commentare l’attualità, ma la posizione di Argentero è particolare e interseca un mio ambito di interesse: qual è il sapere specifico dell’uomo, ormai smarrito, che gli conferiva ruolo e potere? La risposta è che quel sapere perduto era riassunto nella simbologia fallica. Il «fallo», oggi spogliato del suo significato simbolico, si è mutato a «segno» di prepotenza, arroganza, se non a oggetto quasi ridicolo. Il nostro tempo ha inteso rinnegare il programma insito nella sua simbologia. La forza del fallo rappresenta infatti energia gettata, donata, sparsa senza calcolo. Insomma, un programma esistenziale ispirato non da un dover essere ma da una libertà/desiderio di dare.

Il programma per il raggiungimento della gender equality ha messo in discussione l’uomo «integrale», con la sua capacità di desiderare, intraprendere e dare, e per fare questo ha dovuto sbarazzarsi dei suoi simboli, a cominciare dal più potente di essi, il fallo appunto. Bramare senza osare intraprendere l’azione è divenuta la condizione dell’uomo, che rinuncia al fallo e al suo programma d’azione diventando mansueto e passivo, con la pronta richiesta di perdono sulle labbra. Egli allude, insinua, ma è pronto a ritirarsi con tante scuse. Evita così accuratamente il territorio fallico della passione e del rischio. Amministra il suo pene e nega il suo fallo, disponendosi a procedere solo chiedendo permessi alla donna con cui esce: posso prenderti la mano, posso accarezzarti? Se poi, travolto dall’esecrabile slancio dalla passione, osa intraprendere o parlare senza filtri, come ha fatto Argentero, dovrà subirne le conseguenze. Nel caso specifico l’astiosa rivolta delle sue fan, in altri casi sarà lo spazio d’interpretazione della legge concesso ai magistrati a farla da padrone.

Insomma, l’ossessione per la gender eguality ha prosciugato il senso e il sapere dell’uomo. La sua forza fallica è stata sostituita da segni astratti: l’atteggiamento politicamente corretto, il conto in banca, il corpo scolpito e depilato. Se è questo l’uomo che davvero le donne desiderano è tutto da vedersi, nonostante le fan di Argentero non esitino a considerare maschilista la sua dichiarazione. Con quelle parole l’attore esprime nostalgia per il tempo della definizione dei ruoli, un tempo che consentiva la romantica messinscena del corteggiamento, che poi altro non è se non un dialogo tra saperi diversi.

CR