I fantasmi inconsci degli uomini

Gli uomini e le donne sono emotivamente diversi, non per nulla le faccende d’amore sono così complicate. Ma la diversità non è solo di genere – se ancora a questo ci si può riferire –, piuttosto interna al genere. Se guardiamo, infatti, agli uomini è necessario far segno che non tutti lo sono dal punto della logica psichica. Il che significa che non è sufficiente essere biologicamente maschi per funzionare psicologicamente come «uomini», ovvero come per cultura ci aspettiamo che funzioni emotivamente un uomo – anche se, in questo nostro tempo di transizione, non ci è più così chiaro cosa attendersi da un uomo in termini di funzionamento emotivo. Tralasciando l’ultimo inciso, accade comunque che il funzionamento psichico di un uomo si pieghi sul lato di quello della donna: ciò non fa di lui né un transessuale né un omosessuale, non è questo il punto in esame, ma, nel caso, ciò indica che quest’uomo ha un funzionamento psichico ispirato da un fantasma inconscio che è più tipico delle donne, o per lo meno più frequentemente riscontrabile in queste.

Iniziando da ciò che è tipico della psicologia maschile, si può dire che è polarizzata da un «fantasma di sottomissione» che rimanda alla vita infantile e al desiderio, più spesso rimosso, di «essere trattato come un povero bambino, piccolo e inerme, ma soprattutto… come un bambino cattivo», per dirla con le parole di Freud. Per non essere pedante tralascio il percorso evolutivo sotteso alla genesi di questo fantasma, ma ciò che ne deriva è la questione del potere che governa la mente dell’uomo psicologicamente tale. Comandare o essere comandati, dominare o essere dominati, questo è il fantasma che plasma il modo di pensare maschile. Il pensiero è assoggettato alla logica del potere, che diventa l’esclusivo codice di lettura della realtà.

Gli uomini orientati da questo fantasma tendono a vivere nella logica del dominio, sia che si pongano come tiranni sia come difensori degli oppressi nel complesso gioco di specchi in cui si declina il fantasma. Il fantasma di sottomissione è quindi un nucleo intimo e imbarazzante del sentire maschile, che stride con l’aspettativa culturale di un uomo che si vuole emancipato dalla dipendenza relazionale e che deve quindi torcere, sul piano cosciente, il fantasma nel suo opposto. Ciò comporta che l’identità psicologica maschile si deve definire come negazione del proprio fantasma. Insomma per essere bisogna essere il contrario di ciò che intimamente si è. Quando, dunque, a livello cosciente un uomo si riconosce più come ribelle che come uomo «allineato» e si oppone a tutte le figure dominanti e le incarnazioni dell’autorità o, al contrario, vive in una sorta di ossessione per il potere, o lo esercita in modo rigido, è verosimilmente un uomo diretto dall’esigenza inconscia di proteggersi dal desiderio inconscio di sottomissione. In sostanza l’aborrito desiderio può trasformare chiunque in un apostolo della ribellione e in un difensore dei deboli, ma anche in un determinatissimo oppressore. Entrambi sono soggetti dalle etiche opposte, accomunati però dallo stesso fantasma.

Quando invece un uomo condivide aspetti della psicologia femminile le cose procedono in modo diverso, poiché costoro sono indirizzati da un altro genere di fantasma: il fantasma di seduzione. Un fantasma tipicamente femminile che annoda la prima esperienza pulsionale al corpo dell’Altro, cioè al corpo del genitore. È il desiderio inconscio di essere sedotti e sedurre il genitore, desiderio che se si realizza è trauma, altrimenti è fantasma che innerva il gioco della relazione con l’Altro e consente di affrontare in modo simbolico l’esperienza della sessualità.

Gli uomini orientati da questo fantasma soffocano la loro affettività, giorno e notte vidimano il cartellino della conquista. Sono incapaci di portare avanti una relazione amorosa duratura. Ciò che succede loro regolarmente è che poco dopo la dichiarazione dell’essere in una relazione questa diviene il luogo della ripetitività e della noia. Si crucciano di aver smarrito l’incanto dei primi momenti, il desiderio sessuale e i difetti fisici e caratteriali della compagna divengono fastidiosi se non intollerabili.

Ciò accade perché questi uomini vivono in posa, non tollerano la caduta della maschera, le versioni di sè non ideali, non eccelse, che fatalmente emergono nella condivisione del quotidiano. Alcuni mettono in atto comportamenti sconvenienti per misurare la reazione della partner. Ma, più che per testare la tenuta della partner alla verità del loro essere, lo fanno per valutare la tenuta della propria immagine innanzi a qualcuno o qualcosa – la relazione – che può sminuirla. Sono uomini spinti dalla coazione alla seduzione e non possono esimersi da essa. L’elenco delle loro conquiste dà forma alla loro identità. Sono uomini vincolati al loro lato migliore, hanno l’obbligo di essere speciali a se stessi e percepirsi come la ragione di vita del partner. L’amore, quello vero, è, però, fatto d’altra pasta e così chi è guidato dal fantasma seduttivo non può che inclinarsi verso una nuova illusione d’amore e alla compagna tradita non resta che prender atto che è stata solo la temporanea prescelta, mai una vera scelta.

Il fantasma della seduzione può però operare anche in modo inverso. In questo caso ci imbattiamo in uomini che rifiutano le strategie ingannevoli della seduzione. Si sottraggono al gioco di riflessi e proiezioni propri degli intrecci amorosi. Non tollerano lo scarto costante tra la verità del loro essere e l’immagine erronea che gli amanti attribuiscono loro. Rifiutano ogni proiezione illusoria del partner. Operano perché questi smetta di fantasticare e illudersi su di loro. Mirano a disincantare il partner e a mostrarle la verità della propria miseria personale. Questi uomini che torcono al negativo il fantasma seduttivo non tollerano di indossare la maschera delle proiezioni amorose del partner, e più spesso gettano la spugna ancor prima che la loro opera di decostruzione dell’illusione amorosa altrui abbia sortito il suo effetto. Insomma, alcuni si ritirano prima che la relazione inizi, risultando incomprensibili a chi si apprestava ad amarli. Sono uomini che fanno fatica a farsi reclutare nella grande recita umana dell’amore. Se poi, loro malgrado, il partner non demorde, ecco comparire difficoltà nel funzionamento sessuale utili a far segno della loro inettitudine. Il rifiuto degli aspetti illusori dell’amore è il velo, in apparenza etico, dietro cui si cela la loro incapacità a tollerare le proiezioni idealizzanti insite e, in qualche misura, necessarie di ogni relazione che voglia dirsi d’amore.

CR